martedì, giugno 23, 2009

Orologeria Svizzera, settore in crisi.

Sempre più in difficoltà il settore dell'orologeria svizzera, male anche gli orologi di lusso.

NEUCHÂTEL - La crisi economica mondiale non risparmia nessuno. Nemmeno gli storici e notissimi orologi svizzeri. Orgoglio, insieme al turismo, al cioccolato, e alle banche, di un’intera nazione.

L’industria orologiera elvetica continua infatti a subire pesantemente i riflessi della crisi. Secondo una nota odierna delle istituzioni, confermata dalla Federazione Orologiera (FH), le esportazioni a maggio sono crollate del 27,6% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, attestandosi sui 1,086 miliardi di franchi.

Soltanto nei primi cinque mesi del 2009 le forniture all’estero registrano una diminuzione del 25%. Le proporzioni tra le varie piazze di esportazione restano le stesse, un po’ peggio Hong Kong mentre resta ancora preoccupante il rapporto di vendite con gli Usa.

Il settore degli orologi di lusso, ovvero quelli oltre i 3000 franchi - segmento che in precedenza aveva tenuto abbastanza bene e faceva ben sperare per il futuro del settore - in maggio ha evidenziato il calo più serio, oltre 30% di vendite in meno. Il segmento che ha subito una riduzione più contenuta è quello di fascia medio bassa, gli orologi sui 200-500 franchi registrano infatti un calo limitato al -10%.

Scendendo nel dettaglio, lo scorso mese hanno sofferto maggiormente le forniture di orologi d’oro, in calo del 32,9%, e quelle dei bimetallici, -35,5%. Per gli orologi in acciaio si registra una flessione del 25,8%.

Oltre alle ripercussioni meramente economiche, l’andamento del settore ha un impatto sempre più esteso e preoccupante sull’occupazione. Il settore dell’orologeria ricorre già ampiamente alle soluzioni di orario ridotto e le previsioni, con un mercato così in perdita, non possono che essere peggiori.

I tagli totali restano per il momento abbastanza limitati, anche se i licenziamenti annunciati alla Franck Muller di Ginevra e alla Zenith di Neuchatel sono molto pesanti: taglio del 50% degli impiegati per la prima (-200 persone) e del 28% per la seconda (- 70 impiegati).




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