giovedì, agosto 20, 2009

Nuovo Gmt ceramica con ghiera rosso e blu?

Come oramai noto, l’ultimo Gmt presentato dalla rolex e’ disponibile solo con la ghiera nera e pare che questa scelta sia stata dettata dall’impossibilita’ di sviluppare questo tipo di ceramica in nessun altro colore che non il nero.

Probabilmente pero , gli ingegneri della rolex sono riusciti a trovare la formula magica, ne e’ prova questo deposito di brevetto depositato dalla marca , relativo ad un processo sulla pigmentazione dei colori della ceramica.

patentegmt

a questo punto e’ probabile che per la prossima fiera di Basilea, dobbiamo aspettarci qualcosa del genere…

gmt II ceramica

Che ne dite piace?


Fonte: www.orologio24.com

(http://www.orologio24.com/wordpress/nuovo-gmt-ceramica-con-ghiera-rosso-e-blu.html)




Orologeria: proseguito in luglio crollo esportazioni

BIENNE BE - È proseguito anche in luglio il crollo delle esportazioni orologiere: rispetto allo stesso mese dello scorso anno il calo è stato del 25,9%, a 1,2 miliardi di franchi.

Nei primi sette mesi del 2009 le esportazioni hanno segnato una diminuzione del 26,3% a 7,3 miliardi di franchi, ha reso noto oggi la Federazione dell'industria orologiera sul suo sito internet. La contrazione maggiore è stata fatta registrare dagli orologi in oro: -31,3% in valore e -19,3% in pezzi.

domenica, agosto 02, 2009

L'orologio svizzero prova a ripartire



L'intrepido prozio, Roald Amundsen, incide il nome nella storia come primo uomo a raggiungere il Polo Sud, nel 1911. Il nipote, Jorgen Amundsen, professione designer, lancia nel 2002 il primo e unico marchio norvegese di orologi, naturalmente ispirati al celebre parente e in grado di fronteggiare le condizioni estreme di freddo. Da lui stesso testati nei laghi ghiacciati dei lunghi inverni di Oslo. Nel gennaio 2007, il giovane Amundsen si allea con una piccola ma preziosa manifattura ginevrina, la Montres Villemont, fondata dall'esperto Olivier Müller, ex Chopard ed ex Omega. Il debutto della Villemont Group è battezzato con il lancio di una tiratura limitata commemorativa di Mario Julen, il primo elvetico a scalare l'Everest.

Due anni dopo, i 14 addetti della joint venture, la cui start up è finanziata dal fondo ValleyRoad Capital, restano a casa: il Tribunale di Ginevra sentenzia il fallimento della maison. Motivo? L'annullamento di ordini dall'Asia e dall'Est europeo provoca l'asfissia finanziaria: mancano 265mila euro al mese. Nonostante che, nei primi nove mesi del 2008, il fatturato sia raddoppiato a 1,6 milioni di euro.
È il primo fallimento, seppur micro, nella storia della ricca e potente industria svizzera di orologi d'alta gamma, nata alle soglie dell'Ottocento, leader mondiale con il 95% della produzione di pezzi in vendita oltre i mille franchi (circa 660 euro). Uno schizzo di fango su tutto il settore che scuote il mondo economico e finanziario rossocrociato. Provocando proteste a valanga sul blog della Tribune de Genève: «Anziché finanziare l'Ubs, perché il governo non dà una mano all'industria orologiera?», scrivono adirati i lettori a difesa del fiore all'occhiello della Confederazione.

A fine aprile porta i libri in Tribunale la Setco di Chaux-de-Fonds, 47 addetti, specializzata in casse in legno pregiato per orologi, per la cancellazione di un lavoro come terzista di un big di Ginevra. Le imprese tacciono, i sindacati no: secondo l'Associazione dei lavoratori dell'industria svizzera del settore, i tagli sono già a quota 3mila, con la disoccupazione cresciuta all'11% in giugno. Secondo gli analisti, è solo l'inizio.

A parte le società quotate, la maggior parte delle informazioni economico-finanziarie delle aziende è top secret, com'è consuetudine in Svizzera. Niente cifre, per carità. Poche righe di comunicato quando c'è da annunciare il cambio del Ceo, evento non secondario nella vita di un'azienda, come è recentemente accaduto alla Audemars Piguet e alla Rolex. Enfasi mediatica sul legame con le celebrities: Monica Bellucci è l'unica testimonial di Cartier per orologi e alta gioielleria, Michael Phelps è sponsorizzato Omega, Roger Federer da Rolex. Le inaugurazioni delle boutique tutte marmi e legni pregiati – negli ultimi tempi soprattutto in Asia e Medio Oriente – si trasformano in eventi globali, con l'arrivo su lucide limousine delle star hollywoodiane. Le stesse che spiccano sul red carpet delle feste esclusive "targate" Chopard sulla Croisette in occasione del Festival di Cannes e Jaeger-leCoultre alla Mostra del cinema di Venezia.
La crisi, però, è lì, sancita dalle statistiche della Federazione dell'industria elvetica del settore (Fhs): dopo il record 2008 delle esportazioni, che ha trascinato il boom dei fatturati e dei profitti, nel primo semestre dell'anno il calo è stato del 26% in valore e il mese di giugno si è rivelato il peggiore da due decenni.

Secondo gli ottimisti, si va verso un inevitabile rimbalzo entro fine 2009, perché si tratta prevalentemente di destoccaggio da parte della distribuzione che, assillata dal credit crunch, ha rarefatto gli ordini: le due fiere specializzate, Sihh e Baselworld, hanno registrato un calo dei compratori stimato nel 20 per cento.
Secondo i pessimisti, sono proprio i consumatori ad avere archiviato quello shopping compulsivo che per anni ha fatto brillare i conti dei produttori svizzeri. Una febbre un po' insensata che ha animato indiscriminatamente i Paperoni e i benestanti di Hong Kong e Stati Uniti, Francia e Italia, Giappone e Germania, solo per citare i primi sei mercati di sbocco. Per non parlare delle economie emergenti, come la Cina, dove i consumatori e le consumatrici sembravano ancora più orgogliosi di esibire l'ultimo modello griffatissimo nel board della banca d'affari e nello studio legale, sul campo da golf o nel porticciolo, nelle feste di compleanno o agli eventi charity. L'euforia aveva suggerito ai big brand di sfornare a getto continuo orologi sempre più preziosi, dando sfoggio all'ardita creatività del design e all'abilità da amanuensi degli artigiani elvetici: meccanismi sempre più complessi, incastonature di diamanti, lavori di smaltatura, riedizioni di modelli vintage leggendari, abbinamenti con auto e yacht da sogno e, ovviamente, la "chicca" delle edizioni limitate. Anche piuttosto eccentriche, come la riproduzione sul quadrante del cielo stellato di una città (primo ordine: Kiev). I prezzi? In linea con l'esclusività: quest'anno la Breguet (gruppo Swatch) ha lanciato il Grand Complication Double-Tourbillon da 500mila euro al pubblico, mentre una manifattura sconosciuta alla maggioranza del pubblico come Greubel Forsey ha proposto il Quadruple Tourbillon Differentiel Sphérique da 420mila. «Ma – rileva un report di Vontobel Equity Research – gli orologi con un prezzo oltre i centomila euro, che erano stati lanciati in gran quantità nel 2008, sono decisamente meno numerosi quest'anno».

fonte: sole 24 ore


mercoledì, luglio 29, 2009

JLC Hybris Mechanica

JLC Hybris Mechanica

Disponibili in pochissimi esemplari , costosissimi e dal design avveniristico, ornati da materiali preziosi e si ispirano a mondi differenti come la natura o il gioco e abiurano le normali modalità di visualizzazione.
Sono orologi di lusso presentati dalle case orologiaie di tutto il mondo, tra complicazioni, tecniche all’avanguardia e ironia.
Questo è il JLC Hybris Mechanica uno orologio straordinario con tutte le complicazioni che si desiderano, ore saltanti, carillon Westminster, grande e piccola suoneria con modalità silenziosa, tourbillon volante, doppia riserva di carica (una per l’orologio e una per la ripetizione), calendario perpetuo con data, giorni e mesi retrogradi, e suoneria di fine carica, diplay per l’anno bisestile e possibilità di aggiustare sia l’ora che i minuti con scatti singoli sia in avanti che indietro.
Il capolavoro di Jaeger Le Coultre si aggiudica sicuramente il record con l’orologio da polso più complicato del mondo, superando Patek Philippe con lo Sky Moon Tourbillon con 12 complicazioni, il Vacheron Tour de L’lle con 16 e il Franck Muller Aeternitas Mega con 25.
La cassa è in oro bianco con un diametro di 44mm. e uno spessore di 15.
Viene venduto insieme al Gyrotourbillon e al Reverso Tryptique a  2.950.000 Euro.
jaeger-lecoultre-hybris-mechanica-grande-sonnerie


martedì, luglio 28, 2009

luxury brand come stimolare la domanda.

Spesso i prodotti di lusso, quello vero, sono i più colpiti dalla crisi. Perché non fondamentali, non di prima necessita', come si suol dire.
In realtà le cause di una forte diminuzione della sua domanda sono, a mio avviso altre, più emotive, più legate alla persona e alla sua psicologia.
 
Chi può permettersi un Lange&Sohne o un Rolex da 30K€ può permetterselo in tempi di gloria come di magra.
 
Il problema vero e' che la crisi e' nella testa delle persone, ne influisce le azioni a prescindere dal potenziale di acquisto.
Acquistare un oggetto di lusso come un orologio da decine di migliaia di € o una borsa Hermes da 3k€ e' un'esperienza emozionale (x chi può permetterselo) ancor prima del suo utilizzo. E' un sogno che inizia dal pensiero d'acquisto all'entrata nel punto vendita, per continuare con le sensazioni legate ai materiali e agli odori dei suoi espositori, alla comodità e all'accoglienza dei suoi divani sino alla cortesia del suo personale.
 
In molti si chiedono come si faccia a spendere certe cifre per un orologio. Nella maggior parte dei casi non e' x semplice passione, non e' per il prodotto, ma per tutto ciò che e' correlato all'acquisto e all'uso. Si paga per l'esperienza, per le emozioni, per il "sogno" che vivi.
 
Ma se l'orologio può NON essere di prima necessita' in tempi di magra, un sogno, un'esperienza e' ben altra cosa, e si trasforma in evasione, un emozione in grado di risvegliare i propri sensi in periodi in cui i successi sul campo possono mancare.
 
Ed eccoci tornati all'inizio: come mai, allora, in tempi di crisi la domanda di prodotti Luxury (con la L maiuscula) latita?
 
Beh, perché chi entra in un negozio di orologi da 30k€ oggi, ha paura di sognare, non crede sia "lecito" farlo. Anche se il suo potenziale d'acquisto e' immutato, ora, appena, entra, pensa al prezzo, alla crisi, non si fa trasportare dalle emozioni, dalle sensazioni, ma dalla testa e dalla ragione, ingredienti poco indicati per sognare.
 
Ecco perché tutti i maggiori gruppi di orologi extra lusso perdono ricavi in questo periodo o perché The Beers, il principale produttore di brillanti al mondo rischia di chiudere il 2009 al 50% delle revenue.
 
PER STIMOLARE LA DOMANDA bisogna allora lavorare sul punto vendita, sull'esperienza in grado di garantire, ma in gran parte (come stanno facendo un po' tutte le big firm) sulle tattiche di vendita, per poter dissolvere il "muro" della ragione creato dalla crisi e riportare il Cliente ad un nuovo stato emotivo, libero di sognare un gioiello nuovo, pronto a vivere una nuova evasione.
 
Leggevo sul Wall Street Journal di come IWC in Nord America stia investendo in formazione per affinare le tattiche del personale nei PV.
 
Qualche esempio dalle loro linee guida:
 
- mai parlare di prezzi, i sogni non hanno prezzo
- portare gli uomini ad eventi e presentazioni senza compagna o consorte, acquistano di più (o almeno così hanno riscontrato loro)
- l'adulazione vende. Dimostrare apprezzamento per l'orologio che indossa il Cliente anche se vecchio o della concorrenza
- porre l'orologio del Cliente sul vassoio in velluto nero in mezzo agli orologi nuovi proposti, si noterà la differenza e funzionerà da stimolo al cambiamento
- proporre il "regalo di scuse" ossia un orologio, un gioiello per la propria compagna o la propria consorte che probabilmente non vedrà di buon occhio il nuovo acquisto da 30k€

mercoledì, giugno 24, 2009

Bernhard Lederer Universe MT3 Majesty Tourbillon

Voglio che i miei orologi appaiano come se fossero progettati e realizzati nel 21° secolo.” - Bernhard Lederer
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I Majesty Tourbillons hanno non uno, non due ma ben tre tourbillons, ognuno dei quali ruota a velocità differenti in armonia poetica e sincronizzata. Ognuno dei tre tourbillions orbitanti funziona come un indicatore del tempo, mostrando rispettivamente ore, minuti o secondi. Il tourbillon semi-volante da un minuto è letteralmente ospitato all'interno del turbillion volante da un'ora ed entrambi sono collocati eccentricamente all'interno del terzo ourbillon volante da 12 ore.

Blu presenta una collezione trascendente di «Majesty Tourbillons» con all’interno una rivoluzione tecnica, il movimento triplo tourbillon. In questa edizione limitata, l’assenza di quadrante permette di ammirare il movimento e i tre tourbillon in tutto il loro splendore. Ognuno ruota a una velocità diversa e indica rispettivamente l'ora, i minuti e i secondi. I Majesty Tourbillons sono segnatempo impareggiabili che culminano al vertice dell’arte cinetica e dell’orologeria d’eccezione.

MT3 Majesty Tourbillon

  • Edizione limitata
  • Cassa: Disponibile in oro bianco e oro rosso
  • Fondello: Cristallo di zaffiro
  • Quadrante: Movimento aperto
  • Lato Cassa: trasparente, 12 colonne, cristallo zaffiro
  • Dimensioni: 43mm x 15mm
  • Cinturino, chiusura: Pelle di coccodrillo con chiusura deployante in oro 18k
  • Perni: Clindrici rotanti per fornire maggior comfort
  • Impermeabilità: 30 metri


martedì, giugno 23, 2009

Orologeria Svizzera, settore in crisi.

Sempre più in difficoltà il settore dell'orologeria svizzera, male anche gli orologi di lusso.

NEUCHÂTEL - La crisi economica mondiale non risparmia nessuno. Nemmeno gli storici e notissimi orologi svizzeri. Orgoglio, insieme al turismo, al cioccolato, e alle banche, di un’intera nazione.

L’industria orologiera elvetica continua infatti a subire pesantemente i riflessi della crisi. Secondo una nota odierna delle istituzioni, confermata dalla Federazione Orologiera (FH), le esportazioni a maggio sono crollate del 27,6% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, attestandosi sui 1,086 miliardi di franchi.

Soltanto nei primi cinque mesi del 2009 le forniture all’estero registrano una diminuzione del 25%. Le proporzioni tra le varie piazze di esportazione restano le stesse, un po’ peggio Hong Kong mentre resta ancora preoccupante il rapporto di vendite con gli Usa.

Il settore degli orologi di lusso, ovvero quelli oltre i 3000 franchi - segmento che in precedenza aveva tenuto abbastanza bene e faceva ben sperare per il futuro del settore - in maggio ha evidenziato il calo più serio, oltre 30% di vendite in meno. Il segmento che ha subito una riduzione più contenuta è quello di fascia medio bassa, gli orologi sui 200-500 franchi registrano infatti un calo limitato al -10%.

Scendendo nel dettaglio, lo scorso mese hanno sofferto maggiormente le forniture di orologi d’oro, in calo del 32,9%, e quelle dei bimetallici, -35,5%. Per gli orologi in acciaio si registra una flessione del 25,8%.

Oltre alle ripercussioni meramente economiche, l’andamento del settore ha un impatto sempre più esteso e preoccupante sull’occupazione. Il settore dell’orologeria ricorre già ampiamente alle soluzioni di orario ridotto e le previsioni, con un mercato così in perdita, non possono che essere peggiori.

I tagli totali restano per il momento abbastanza limitati, anche se i licenziamenti annunciati alla Franck Muller di Ginevra e alla Zenith di Neuchatel sono molto pesanti: taglio del 50% degli impiegati per la prima (-200 persone) e del 28% per la seconda (- 70 impiegati).




mercoledì, giugno 17, 2009

DE BETHUNE, Vera Manifattura.

DE BETHUNE "VERA MANIFATTURA"


Quest’anno De Bethune al SIHH 2009 ha ricordato le 7 innovazioni  più importanti della sua produzione, frutto di altrettanti brevetti. Particolare attenzione è andata alla ricerca esasperata della diminuzione degli attriti, alla riduzione dell’inerzia delle parti in movimento, al maggior equilibrio delle forze che permettono addirittura la possibilità di regolare l’orologio secondo i propri stili di vita, inteso come attività fisica. 



Bilanciere titanio/platino

Il titanio è stato impiegato per ottenere il minor peso possibile, il platino invece è in grado di diminuire l’influenza delle frizioni viscose dell’aria. Leggerezza e scorrevolezza sono ambedue fondamentali in quella minuscola parte di un orologio che ne rappresenta però il cuore.


Spirale con curva terminale piana

Se il bilanciere è “il cuore”, la spirale rappresenta invece “l’anima”. Essa migliora l’isocronismo e limita le deformazioni dovute agli urti: in pratica consente al bilanciere di oscillare regolarmente. De Bethune creò nel 2004 la curva terminale piatta: essa permette di meglio compensare le imperfezioni e di eliminare con il suo brevetto tutte le complicate fasi di regolazione della stessa.

Sistema triplo pare-chute

Se ci soffermiamo a guardare da vicino un orologio pulsare, proprio ci sembra impossibile riuscire a credere come esso possa mantenere una precisione pensando agli urti a cui, nel normale utilizzo, lo sottoponiamo. Con il triplo pare-chute, De Bethune ha perfezionato un ponte in titanio, fissato ad ogni lato da un sistema di molle che sono appoggiate su rubini inseriti su alberi che fungono da colonne. Il risultato è una protezione infallibile che riduce al minimo le variazioni e protegge i pivot.

Ammortizzatore centrale della massa oscillante

Con l’obiettivo di concentrarsi su tutte le cause esterne che possono inficiare sul funzionamento e la precisione di un orologio, sempre Flageollet ed i suoi collaboratori, hanno ideato un sistema centrale anti-urto composto da quattro piccole lamelle a molla e da 12 rubini per attutire gli urti e le deformazioni laterali provenienti dalla massa oscillante che è in titanio/platino.

Bariletto con lame in rubino

Le prestazioni per De Bethune passano sempre attraverso un sapiente equilibrio delle forze di lavoro. La Maìson ha pensato di inserire 6 lame tra il bariletto ed il suo coperchio per ridurre tutti gli attriti superflui e permettere ai due bariletti di essere in equilibrio costante per fornire correttamente il massimo dell’energia disponibile.

Sistema di regolazione della velocità

De Bethune ha avuto un’idea unica unica: cercare una soluzione ai diversi stili di vita di ogni diverso acquirente dei suoi orologi. Una leva azionata attraverso la corona permette di regolare il rapporto di ricarica degli orologi automatici, adattandolo al livello di attività di chi lo porta al polso.

Fasi lunari

Il calcolo delle fasi lunari, complicazione con il fascino del corpo celeste più vicino a noi, viene interpretato da una sfera che gira intorno ad un asse mimando il reale movimento. Questa luna è composta da due semisfere: una in acciaio, l’altra in platino che vengono assemblate e poi azzurrate alla fiamma. Il meccanismo fa ruotare la sfera con una tale precisione che si avrà lo scarto di un giorno solo dopo 122 anni.

 

 



sabato, giugno 13, 2009

Opus 9 di Harry Winston

harry-winston-opus-9-1



L'ultima presentazione a Baselworld 2009, è Opus 9,
ha coinvolto i protagonisti dell'orologeria indipendente contemporanea,
Jean Marc Wiederrecht ed Eric Giroud, che hanno firmato questa
creazione prodotta in soli 100 esemplari e in vendita anche in Italia
nel secondo semestre 2009.

La cassa di questo gioiello misura 56x48 mm, con uno spessore di 20, e
ai lati del ponte in oro bianco presenta due tubi in vetro zaffiro
dello spessore di 1,2 mm che mostrano lo scorrere delle due catene di
diamanti e racchiudono ermeticamente le cremagliere che muovono il
tutto, e questo per due motivi, conferire robustezza al meccanismo di
trascinamento e focalizzare l'attenzione sulle due catene di
diamanti che sembrano sospesi nel vuoto.

Le due catene che contengono i diamanti sono realizzate in ottone,
duttile ma resistente, che contengono cadauna 66 diamanti e 6 granati
mandarino, per un totale di 2,37 carati.

L'incastonatura delle pietre preziose viene eseguita a mano, con
una tecnica tipica di Harry Winston.

Il dispositivo di carica è costituito da un movimento
automatico che ha un'autonomia di 3 giorni,  mentre il prezzo di
vendita è di 149.250 euro.

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F.P.JOURNEocta perpetuelle titane

IL NUOVO OROLOGIO DELLA COLLEZIONE OCTA DI F.P. JOURNE

IL NUOVO OROLOGIO DELLA COLLEZIONE OCTA DI F.P. JOURNE


Nel 2001 F.P.Journe ha presentato la sua collezione OCTA, composta da orologi di prestigio a carica automatica e con una riserva eccezionale di circa 120h.               
Tutti i modelli hanno lo stesso spessore, una sfida tecnologica per
poter inserire in ciascun orologio, negli stessi spazi, il complesso
meccanismo.


Con Octa Perpétuelle, ottava creazione della collezione, la
sfida è stata superata. Nel medesimo spazio è stato
collocato anche il calendario
perpetuo.                   
Pezzo protagonista del nuovo modello è l’Octa Perpetuelle Titane, che oltre a confermare l’importanza dell’orologio, vuole anche celebrare l’apertura della prima boutique F.P. Journe a Tokio.

Il quadrante, rutenio su oro nasconde il meccanismo automatico
interamente realizzato in oro rosa 18ct., come tutte le creazioni del
marchio “Invenit et Fecit” della F.P.Juorne.
L’eccezionalità e la prodezza tecnologica del meccanismo
è in grado di riconoscere attraverso il calendario quelle che
sono le date degli anni bisestili e le reali giornate conclusive dei
mesi.

La nuova, preziosa creazione, è stata presentata il 29 maggio
2009 a Tokio, e durante l’inverno sarà presentato e
richiedibile esclusivamente nelle boutique F.P.Journe di Parigi, Ginevra, Tokio, Hong Kong, Boca Raton, New York e Beijing.



mercoledì, giugno 10, 2009

Fondation Haute Horlogerie

le nuove sfide del mercato dell'orologeria di lusso


«Il mercato italiano dell’alta orologeria sta resistendo
alla crisi e nei primi quattro mesi dell’anno ha perso solo il 3%
in termini di ordinativi dalla Svizzera. Questo è stato merito
del tessuto distributivo italiano, fatto in gran parte da realtà
familiari diffuse sul territorio. Ma quello che è certo è
anche in Italia la distribuzione sta cambiando e che tra cinque anni il
mercato non sarà più lo stesso». A dirlo è Carlo Ceppi, direttore generale di Iwc Italia
e delegato italiano della Fondation de la Haute Horlogerie,
associazione che riunisce 29 tra le manifatture di alta orologeria
più famose al mondo come Audemars Piguet, Jaeger-LeCoultre, Zenith, Tag Heuer.
L’occasione per fare il punto sulla distribuzione
dell’orologeria di lusso in Italia, uno dei primi mercati al
mondo per dimensioni, è stata la presentazione del libro, frutto
di una ricerca finanziata dalla FHH, «Clock Builders e Time
Tellers – Le chiavi di un passaggio generazionale di successo nel
retail dei beni di prestigio» di Laura Carcano e Guido Corbetta, due docenti della Sda Bocconi di Milano
che hanno analizzato il mercato della distribuzione orologiera in
Italia soprattutto dal punto di vista del passaggio generazionale.
«Molti
dei marchi di alta orologeria nascono come family brands», spiega
Laura Carcano, «e così anche dal punto di vista della
distribuzione, soprattutto in Italia. Aziende familiari la cui sfida
più importante è quella del passaggio
generazionale», aggiunge la docente della Sda Bocconi.
Un
momento che è importante organizzare al meglio:
«perchè sia di successo è necessario che la nuova
generazione sia in grado di garantire la funzionalità duratura
nel tempo dell’impresa e che le famiglie dei successori ne
mantengano il controllo». Uno scenario questo che in questa fase
storica si scontra con molti ostacoli e criticità. Che
però possono trasformarsi anche in grandi opportunità.
«Oggi la concorrenza non è più locale, ma globale e
internazionale anche per quanto riguarda i dettaglianti. I clienti sono
sempre gli stessi, che viaggiano in tutto il mondo e comprano dove
trovano il miglior servizio», spiega Carcano.
Cambiano gli
scenari competitivi e cambiano anche le competenze richieste ai nuovi
leader aziendali. «La formazione tecnica e quella commerciale non
bastano, oggi servono anche competenze manageriali e una visione
più internazionale. Senza contare l’opportunità (e
le sfide) che offrono le nuove tecnologie». Una di queste
è già stata raccolta dalla Fondation de la Haute
Horlogerie che ha creato Watch@Tablet, un tablet pc per
concessionari e agenti che permette di avere ogni informazione su tutti
i marchi in licenza: listini, foto e video dei meccanismi e degli
orologi, contenuti direttamente dalle manifatture, aggiornamenti in
tempo reale su referenze e nuovi modelli. Uno strumento interattivo che
sarà offerto dalla Fondazione ai concessionari e agli agenti (il
prezzo del tablet sarà intorno ai 500 euro con una piccola fee
per gli aggiornamenti quotidiani) con l’obiettivo di diventare un
vero e proprio supporto interattivo alla vendita che consentirà
non solo di controllare modelli e referenze, ma anche di avvicinare il
cliente al mondo della manifattura o dell’alta orologeria,
potendo visionare filmati, video e contenuti interattivi.


Il Watch@Tablet della FHH.Il Watch@Tablet della FHH.

Acquatimer Deep Two

Presentato a Ginevra il nuovo Acquatimer Deep Two, l'orologio subacqueo con profondimetro meccanico.

Acquatimer, Iwc
In mostra al 19° Salone Internazionale dell'Alta Orologeria di Ginevra c'è anche il nuovo Acquatimer Deep Two, il modello di punta della nuova famiglia Aquatimer di Iwc Schaffhausen, l’orologio subacqueo con profondimetro meccanico.
La
caratteristica principale di questo strumento professionale è il
profondimetro che funziona in modo totalmente indipendente ed autonomo
dal movimento: il suo compito è quello di indicare
l’effettiva profondità (lancetta blu) e la massima
profondità raggiunta (lancetta rossa). La cassa è di 46
mm e racchiude un movimento di manifattura automatico con secondi
centrali, data e riserva di marcia di 40 ore.



domenica, giugno 07, 2009

TimePhone - orologio cellulare di Kiwie

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Caratteristiche Tecniche

• Cellulare Tri band GSM900/1800/1900 MHZ
• Display da 1.33” risoluzione 128x160 pixels
• touch screen, con 260.000 colori
• Fotocamera da 1.3 mega pixels
• Modulo Bluetooth 2.0 integrato
• Compatibile con GPRS/SMS/MMS
• Lettore MP3/MP4 Player integrato
• Funzione Videocamera
• Funzione registrazione vocale
• Funzione chiamata vocale
• Funzione vivavoce
• Funzione foto view
• Espandibile con Micro SD card (Max. 2GB)
• Inclusa una card da 1GB
• Riconoscimento della scrittura a mano
• Memorizza 500 numeri telefonici
• Memorizza 200 SMS message
• Batteria al litio da 650mAh
• Tempo in Standby: 120 to 150 hrs
• Tempo in conversazione con bluetooth:2-3 ore
• Funzioni speciali: giochi, calcolatrice,
convertitore valuta
agenda, notes, calcolo ciclo mestruale
• Accessori inclusi:
Auricolare Bluetooth, 2 batterie al litio, Caricatore
da casa,
Pennino touch, Cavo USB, Auricolare a cavo,
Memoria da 1GB Micro SD, Manuale istruzioni


domenica, maggio 31, 2009

vacheron chronographe titanio




Référence:49150/000M-9501

Calibre:1137

Energie:Mécanique à remontage automatique

Protégé par un écran antimagnétique

Épaisseur du mouvement:6.60 mm

Diamètre du mouvement:25.60 mm

Empierrage:37 rubis

Fréquence:21’600 Alternances/heure

Indications:Heures, minutes et petite seconde à 6 heures

Chronographe avec roue à colonnes

Compteurs 30 minutes et 12 heures

Grande date à 12 heures

Réserve de marche:Environ 40 heures

Boîtier:Acier inoxydable

Lunette en titane

Fond plein avec médaillon « Overseas » frappé, fermeture à vis.

Étanchéité:Testée à une pression de 15 Atm équivalente à 150 mètres

Cadran:Gris ardoise, finition satinée circulaire

Minuterie extérieure peinte

Compteurs azurés fins avec filets diamantés

12 index appliques en or gris 18K soulignés de matière

luminescente blanche

Bracelet:Cuir d’alligator, cousu main, écailles carrées, gris foncé

Fermoir:Boucle déployante à lame triple et double sécurité en acier inoxydable


Livrée avec un second bracelet en caoutchouc noir



Atmos regulator Dunhill

Dunhill Atmos Regulator

Si tratta di un esemplare esclusivo in edizione limitata,
saranno infatti disponibili solo ed esclusivamente 22 esemplari di
questo orologio che mette insieme alta gioielleria e puro artigianato.
L’orologio è il risultato perfetto di un attento e
dettagliato lavoro di assemblaggio che mette insieme 242 pezzi
incastonati gli unii con l’altri.



In perfetto stile Art Deco questo splendido ed
esclusivo esemplare è stato progettato con un sistema davvero
innovativo che è in grado di convertire gli sbalzi di
temperatura in energia, basta una piccola variazione di temperatura e
l’orologio acquista un’autonomia di 38 ore. Incredibile.



 Lo stile di questo orologio è certamente ispirato alla linea di accendini e
degli accessori per fumatore Dunhill venduti nei primi anni degli anni
trenta. Questo splendido esemplare ha un costo di oltre 70.000 dollari.



giovedì, maggio 28, 2009

Asta milionaria per un Patek philippe

Aste, prezzo record per un orologio




 

Patek Philippe  limited


GINEVRA - Un orologio da polso Patek Philippe è stato aggiudicato
questo fine settimana a Ginevra per 1,2 milioni di franchi, una somma
mai raggiunta finora per questo modello. La casa specializzata
Antiquorum, che lo proponeva, ha venduto complessivamente 264 lotti di
oggetti di orologeria, per un giro d'affari di 6,5 milioni di franchi.

La
vendita all'asta di orologi organizzata parallelamente da Sotheby's ha
permesso di incassare 3,7 milioni di franchi. Un prezioso Patek
Philippe è stato ceduto a 362'500 franchi. La casa d'aste ha comunicato
di essere soddisfatta, circa 130 lotti su 170 sono stati venduti.


martedì, aprile 28, 2009

Sigillo Patek Philippe

La notizia che ha scosso i saloni nobili dell'orologeria, a Baselworld 2009, è stata senz'altro la decisione di Patek Philippe di compiere un ulteriore passo in avanti nella certificazione di qualità dei propri orologi, superiore al celeberrimo e prestigioso Punzone di Ginevra. Il neonato Sigillo Patek Philippe, infatti, non garantirà solamente l'altissima qualità del meccanismo (facendo propri e implementando i criteri storici del Punzone di Ginevra), ma certificherà l'intero sistema di controllo della fabbricazione, dai materiali utilizzati alle singole componenti strutturali; per quanto riguarda i meccanismi è il caso di sottolineare come i parametri di precisione siano molto più rigorosi rispetto a quelli fissati dal C.O.S.C.: tra -3 e +2 secondi al giorno invece che tra -4 e +6 secondi al giorno per calibri superiori ai 20 mm di diametro.
Sui movimenti Patek Philippe, questo sigillo sostituirà il Punzone di Ginevra a partire dalle novità 2009, cominciando dal ref. 5960R, il Cronografo con Calendario Annuale, modello lanciato nel 2006 e proposto oggi in oro rosa, una veste che aggiunge un tocco rétro all'aspetto molto tecnico dell'orologio. La tonalità calda della cassa, delle lancette e degli indici presenta un contrasto molto raffinato con il grigio scuro argenté satinato del quadrante, dominato dal grande monocontatore bianco di ore e minuti crono al 6 (con indicazione giorno/notte interna) e completato dall'affissione a finestrella di data, giorno e mese nel semicerchio superiore (con la riserva di carica discretamente visualizzata al 12). La Ref. 5960R è animata dal primo movimento cronografico automatico di manifattura della Maison, che combina il classico sistema di smistamento mediante ruota a colonne con l'innesto verticale su dischi a frizione di ultima generazione: oltre ad evitare il salto della lancetta centrale dei secondi crono all'avvio della rilevazione, quest'ultima, può essere utilizzata anche come sfera dei secondi continui. L'oro rosa connota anche il 10 Giorni Tourbillon, presentato da Patek Philippe sei anni fa ma in platino. La caratteristica cassa rettangolare arcuata con brancards laterali scalinati incornicia un nuovo quadrante in oro a 18 carati bitonale grigio argenté, sul quale spiccano i contatori ausiliari dell'autonomia di marcia e dei piccoli secondi su fondo bianco; le cifre arabe di tipo Breguet sono applicate in oro rosa. La gabbia del tourbillon, in acciaio, composta da 72 parti e dal peso di soli 0,3 grammi si può osservare, come tradizione della Maison, solo sul lato posteriore del movimento, visibile attraverso il fondo in vetro zaffiro.
Una tradizione mantenuta anche nel nuovo Calatrava "Officier", Ref. 5153J, in oro giallo, proposto in una dimensione più grande rispetto al passato (38 mm di diametro invece di 35,6). Il suo doppio fondo che protegge il fondello a vite in vetro zaffiro è rivelato dal ponte di protezione della corona a "turbante", in cui è alloggiata la minuscola cerniera per l'apertura/chiusura. Questo modello impiega il calibro automatico 324 SC.
Chiudiamo, infine, con l'attesa novità per signora lanciata quest'anno dalla prestigiosa Maison, la collezione Nautilus Dame. I modelli che la compongono presentano le stesse caratteristiche delle casse Nautilus da uomo, ma sono realizzati esclusivamente in oro bianco o rosa con bracciale. Declinati in due varianti, presentano una lunetta sia satinata, sia incastonata con diamanti, mentre i quadranti possono essere bianco argenté o grigio antracite. Impermeabili fino a 60 metri, i Nautilus Dame sono dotati del calibro Patek Philippe E 23 al quarzo.

giovedì, aprile 23, 2009

swaroski watch

orologio swarovski

















Swarovski lancia la sua prima raccolta di orologi, battezzata “Avant Time”. Il “D:Light” è il risultato della sfida, affrontata col desiderio di stupire il mondo. Questo futuristico segnatempo, affidato al talento creativo del designer Eric Giroud, collega le nuove tecnologie elettroniche alla classica progettazione dei gioielli.

Disponibile in acciaio e oro, esso riunisce le funzioni operative ed emotive in un unico contesto espressivo, all’interno di un quadrante rettangolare che è un vero schermo di cristalli, composto da 171 esclusivi elementi di taglio Xilion, dove sbucano le cifre.




lunedì, aprile 06, 2009

Maîtres du Temps Chapter Two

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Chapter One Timepiece

The elegant, streamlined form, innovative indications, and ergonomic functions of Chapter One belie the incredible complexity of its unique movement.

A tour of the dial reveals central coaxial hours, minutes, and chronograph 60-second counter; tourbillon and day of the week roller at 6 o’clock; retrograde GMT at 9 o’clock; 60-minute chronograph counter and precision moon phase roller at 12 o’clock; and retrograde date at 3 o’clock.

The two rollers work simultaneously with the time, date, GMT, and chronograph and are large enough to be easily read and small enough to be ultra-light and homogeneous with the case.

A small window between day roller and tourbillon allows a unique view of the superbly finished gyrating tourbillon cage.

Mirror-polished angled surfaces bring the multi-level dial to life, and even the locking corrector pushers are from curves meeting at an imaginary point to follow the graceful flow of the case.



sabato, marzo 21, 2009

Philip Watch cresce del 30% puntando su heritage e rapporto qualità/prezzo


Dopo aver archiviato un 2008 che vede l'housebrand Philip Watch crescere del 30% il Gruppo padovano conta di ripetere le performance anche nell'anno in corso. Coerenza, supporto al trade, velocità nel rispondere alle richieste del mercato e internazionalizzazione sono le linee guida per un anno difficile, ma da affrontare con forza e determinazione

"Abbiamo archiviato un 2008 molto positivo - spiega Matteo Morandi, General Manager Business Unit Watches and Licences di Morellato & Sector, a Modaonline -. Siamo molto soddisfatti perché i risultati confermano che le strategie che abbiamo deciso di adottare stanno portando i loro frutti". Frutti che consentono al Gruppo di veder crescere, nel 2008, del 30% il business legato all'housebrand Philip Watch (nella foto il modello Anniversary), distribuito esclusivamente nel canale delle orologerie/gioiellerie in circa 1.500 punti vendita in Italia e in 500 all'estero, mettendo a segno un dato in totale controtendenza. "I motivi del successo sono pochi e semplici. Primo fra tutti la coerenza. Philip Watch rappresenta l'unico esempio di orologio italiano (con meccanismi Swiss Made) che vanta una storia di 150 anni. La chiave del suo successo è, indiscutibilmente il binomio vincente tra tecnologia e passione italiana, al quale si aggiunge un rapporto qualità/prezzo unico nel mondo dell'orologeria". Un punto fondamentale, quest'ultimo, pilastro e concetto filosofico di base dell'intero Gruppo. "La nostra fortuna è quella di poter proporre al mercato oggetti di qualità a prezzi molto concorrenziali grazie alle sinergie che possiamo creare all'interno dell'azienda integrando tutte le fasi produttive e proponendoci al trade con una forza e una credibilità molto alta. Il nostro è un approccio di Gruppo riconosciuto come una realtà importante, affidabile e molto attenta alle richieste del mercato. Siamo assolutamente on the field e colloquiamo costantemente con il nostro trade che spesso ci trasmette dei suggerimenti che noi trasformiamo in prodotti. Uno dei nostri punti di forza è, infatti, la velocità nel rispondere alle esigenze del mercato e l'altro è quello di fornire un costante supporto alla nostra clientela". Elemento portante in un momento in cui la situazione economica pesa sempre più e le scelte del trade vanno a restringere il campo d'azione focalizzandosi su realtà capaci di valorizzare il proprio prodotto fornendo al punto vendita elementi capaci di rendere appeal l'offerta. "Crediamo che la comunicazione sia propedeutica al successo di un prodotto. E proprio per questo confermiamo tutti i nostri investimenti anche per il 2009 e puntiamo, per quanto concerne gli orologi ad una comunicazione che, attraverso uno scatto in still life del prodotto, possa trasmettere al consumatore l'heritage e la storia che sta dietro ad esso". Ma l'azienda non si siede certo sugli allori e, per l'anno in corso, conta di progredire ulteriormente. "Il contesto attuale è durissimo, ma nonostante ciò anche nel 2009 speriamo di ripetere le performance dello scorso anno. E' nostra intenzione spingere molto sull'internazionalizzazione puntando il mirino su Europa e USA aree nelle quali continueremo ad investire a largo raggio. Siamo consci che tutto lo spazio che ci stiamo conquistando sarà terreno fertile da coltivare per i prossimi 20 anni". Spazio all'interno del quale il comparto orologi rappresenta circa il 40% del turnover globale diviso equamente tra i ricavi provenienti dalle housebrand (Philip Watch e Sector Non Limits) e da quelli dei marchi in licenza (Roberto Cavalli, Just Cavalli, PirelliPzero, Miss Sixty e John Galliano). "Il rapporto di equilibrio tra marchi di proprietà e marchi in licenza è per noi perfetto. Siamo molto soddisfatti dei rapporti con i nostri licernzianti che vediamo come veri e propri partner. Attualmente crediamo che il nostro parco marchi sia realmente completo ed esaustivo e non andiamo alla ricerca di nulla di nuovo anche se teniamo gli occhi sempre aperti".



lunedì, marzo 16, 2009

Patek Philippe ref. 5207

























La gamma dei “Grandi Complicati” di Patek Philippe si arricchisce con con il nuovo 5207 un modello di grande prestigio che racchiude in sé alcune tra le più raffinate complicazioni meccaniche che si possano desiderare, in un connubio di tecnica ed eleganza senza eguali.

Il calibro R TO 27 PS QI a carica manuale, composto da 548 elementi, ha richiesto ben cinque anni di progettazione e può contare sulla regolazione di marcia Tourbillon, indicazione delle fasi lunari, alternanzia giorno/notte e su una raffinata funzione di ripetizione minuti. La caratteristica più interessante è però rappresentata dall’innovativo calendario perpetuo istantaneo, per il quale Patek Philippe ha depositato due brevetti esclusivi. Il giorno, la data ed il mese, visualizzati attraverso tre finestrelle, scattano contemporaneamente, al contrario di quanto avviene normalmente con i comuni orologi da polso. In un classico modello day-date, ad esempio, i ruotismi del movimento possono necessitare anche di qualche ora di differenza per aggiornare entrambe le indicazioni.

La cassa, realizzata in platino, ha un diametro di 41mm e offre la possibilità di montare due fondelli diversi, entrambi in dotazione. Quello standard è in platino massiccio, mentre il secondo dispone di un classico oblò in cristallo zaffiro attraverso il quale è possibile ammirare il raffinatissimo movimento.
Il quadrante del 5207 introduce la nuova esclusiva tonalità “Honey Gold” e presenta indici in oro bianco applicati, unitamente alla classica minuteria perlata. Le lancette sono in stile Dauphine, perfettamente intonate alla sobria eleganza di questo modello.

A causa della grande complessità di realizzazione, la referenza 5702 verrà prodotta in un limitato numero di esemplari. Il prezzo al pubblico è su richiesta.




Giuliano Mazzuoli, Contagiri 8C

Mazzuoli Contagiri 8C

Il connubio tra orologi e automobili riscuote da sempre grande successo ed è riconfermato dall’ultima realizzazione di Giuliano Mazzuoli. L’imprenditore toscano, ex pilota di vetture da corsa, ha infatti concepito una nuova versione del suo originalissimo Contagiri dedicato alla favolosa Alfa Romeo 8C Competizione.

Come il nome lascia presagire, la grafica del quadrante si ispira direttamente a quello della fuoriserie italiana e la tiratura dell’orologio è pari agli esemplari di 8C prodotti in edizione limitata. Il Contagiri ripropone la collaudata formula dell’unica lancetta retrogradante che si muove su un arco di 270°, tornando indietro in un decimo di secondo una volta raggiunte le ore 12.



Audemars Piguet Survivor

Audemars Piguet Royal Oak Offshore Survivor

Il 6 novembre scorso Audemars Piguet ha presentato l’ennesima evoluzione dell’inossidabile cronografo Royal Oak Offshore. Decisamente improntato alla massima sportività, il nuovo Survivor è un concentrato di soluzione tecnologiche avanzate e materiali all’avanguardia, assolutamente inedite per la Maison elvetica.

La cassa in titanio brunito ha un diametro di ben 42mm e garantisce non solo l’impermeabilità ma anche la protezione antimagnetica del movimento. Lo stesso materiale è utilizzato per la corona, i pulsanti cronografici e la tipica lunetta di forma ottagonale. Quest’ultima ha la parte superiore rivestita in ceramica, una soluzione attualmente molto in voga per gli orologi più sportivi. Il fondello invece presenta una particolare zona centrale antiscivolo.

Da non perdere il video di presentazione:

http://www.audemarspiguet.com/www08/survivor/index.html

Omega Speedmaster Alaska project

Omega Speedmaster Alaska Project

Il nome Speedmaster è da sempre sinonimo di tradizione, grazie a una formula che si rivela vincente da ormai quarant’anni. Con l’ultima declinazione del suo storico cronografo, Omega ha voluto proporre qualcosa di davvero innovativo, presentando un modello estremamente tecnico che si discosta nettamente da quanto già visto in passato.

Il nuovo Speedmaster Alaska Project è concepito per sopportare le più rigide condizioni di utilizzo, mantenendo efficenza e precisione anche in presenza di temperature proibitive come quelle spaziali. Le sue origini risalgono ai primi anni ‘70, quando la NASA richiedeva un orologio adatto alla missione diretta sulla “faccia oscura” della Luna. La spedizione non venne mai compiuta e lo speciale Moonwatch venne dimenticato fino al 2007, quando venne messo all’asta monotematica Omegamania, spuntando la ragguardevole quotazione di 64.900 franchi svizzeri.




rolex submariner oro bianco

Rolex Submariner 116619

Dopo anni di attesa, il 2008 ha finalmente visto la nascita del Rolex submariner realizzato in oro bianco, l’ultimo tassello per completare l’ampia gamma dell’orologio subacqueo più famoso al mondo. Da oltre trent’anni infatti il Submariner è proposto nel convenzionale oro giallo 18kt, ma il più discreto oro bianco è sempre rimasto tra i desideri degli appassionati.

Il nuovo modello assume la referenza 116619 LB, dove la sigla alfabetica indica il colore della ghiera, precisamente lunette bleu. Il blu è il colore dominante del nuova creazione Rolex: di questo colore sono infatti sia il quadrante che l’inserto ghiera graduato, realizzato in Cerachrom sulla falsariga del GMT-master più recente.




martedì, marzo 10, 2009

L’alta orologeria svizzera non conosce crisi, anzi continua a crescere - AgoraVox Italia

http://www.agoravox.it/local/cache-vignettes/L300xH300/arton4541-cc319.jpg
Il settore dell’alta orologeria svizzera dopo aver raggiunto il record di 12 miliardi di € nel 2008, cifra straordinaria considerando la grave crisi economica che attanaglia il globo, promette addirittura un’ulteriore crescita nel 2009 come è possibile leggere dal magazine di marzo (focus 24) della Fondation De La Haute Horlogerie.

Nonostante ci sia una certa flessione negativa nel settore medio i settori medio alto e alto mostrano una forte crescita dovuta forse alla volontà d’ investire in oggetti preziosi dove l’alta orologeria svizzera è maestra. È inoltre probabile che chi può cerchi di esorcizzare la crisi globale anche sfoggiando costosissimi e raffinati orologi.

Il gruppo Richemont, proprietario di marchi straordinari nel mondo dell’alta orologeria come Vacheron Constantin, Baume & Mercier, Cartier e molti altri ha ottenuto un incremento del 10% rispetto al 2007 e le prospettive per il 2009 appaiono rosee.

Certamente tale tendenza è indicativa del fatto che le classi più agiate del pianeta non sentano la crisi e possano permettersi di spendere somme elevate in oggetti preziosi che possono essere a tutti gli effetti considerati beni rifugio oltre che stupendi monili da sfoggiare.

In un mondo preoccupato per il suo futuro ci sono alcuni settori, pochi in verità, che non temono la crisi, quello dell’alta orologeria svizzera è uno di questi, e ci sono ancora molti individui che possono permettersi ogni genere di lusso.

fonte: agoravox
autore: francesco rossolini

giovedì, febbraio 26, 2009

il collezionista rolex - davide blei

Il collezionista di Rolex

Intervista a Davide Blei



Il 22 marzo prossimo, la casa d'aste Patrizzi & Co metterà all'incanto a Milano la collezione di Rolex di Davide Blei: 114 pezzi rari e perfetti che daranno vita all'evento dell'anno nel campo delle aste di alta orologeria. Davide Blei racconta a Luxgallery la sua passione per Rolex, per il collezionismo, il rapporto con Patrizzi e spiega perché ha deciso di separarsi dal suo "tesoro".

Chi è Davide Blei?
Ho lavorato per tutta la vita nel campo della pubblicità, nella parte di media strategy, nell'azienda fondata da mio padre e poi assorbita da Rizzoli. Oggi ho più di 65 anni, sono in pensione e mi occupo delle mie collezioni e dei miei hobby. Mi ritengo un vero collezionista: di orologi Patek Philippe, Rolex, di arte contemporanea. Per dire, di Wahrol e Fontana ne ho avuti, li ho comprati per due lire e rivenduti per qualche milione per finanziare le altre mie collezioni.

Nulla si crea, nulla si distrugge...
Il collezionista non vende, baratta, magari passando attraverso il denaro, ma la filosofia è sempre quella del baratto. Per tutta la vita ho comprato, ceduto, reinvestito, "trafficato" e sono arrivato a oggi, pieno di collezioni. Ne ho anche una di accendini Dunhill a benzina, di bastoni erotici del Sette-Ottocento, di tappeti... Insomma, sono un collezionista. Punto.

Cosa significa essere un collezionista?
Vede, il collezionista si può fare solo se si ha molto gusto, perché solo con il gusto si possono scegliere oggetti che hanno valore e che alla fine permettono di vendere cose per comprarne altre. Quando mio padre è mancato mi ha lasciato alcune azioni, le ho vendute e con i soldi incassati ho cominciato a investire in quadri, in orologi: a un certo punto mi sono ritrovato con 166 Patek Philippe. Ai tempi erano orologi vecchi, non d'epoca, che costavano qualche milione di lire e che ora valgono qualche milione di euro.

Perché mettere all'asta i suoi Rolex?
Arrivato alla mia età, mi sono detto: che cosa lascio ai miei figli? Gli orologi, gli accendini e i bastoni erotici? Questi sono stati i miei giochini, la mia vita, non posso pensare che loro abbiano le mie stesse passioni. La risposta è stata: ora che vado in pensione, razionalizzo il mio patrimonio di collezionista e cerco di vendere, trasformare questi valori in denaro e con questo pagare l'appartamento a un figlio, qualcosa a un altro e via dicendo.

Quanti figli ha?
Due gemelli dal primo matrimonio, 30enni, già sistemati; dal secondo ne ho tre di 17, 15 e 11 anni. Devo impostare quella che sarà la vita dei prossimi 15 anni, dar loro una mano per quando avranno concluso l'iter educativo e cominceranno a entrare nel mondo del lavoro.

Perché partire proprio con Rolex?
Nasco come collezionista di Patek Philippe. Collezionandoli, mi sono accorto che l'eccellenza tecnica era la loro caratteristica numero uno, ma l'estetica in certi momenti c'era e in altri no. Siccome mi affascinava molto l'estetica, in Rolex ne ho scoperta una sovrana: per me sono gli orologi più belli mai prodotti, sia per cassa che per quadrante. Chi colleziona Rolex non guarda al meccanismo ma all'estetica, così come chi colleziona Patek guarda alle complicazioni e ai meccanismi. Se devo cominciare a vendere qualcosa comincio da Rolex perché è più popolare, interessa di più, è la bellezza.

E qui entra in scena la Patrizzi & Co...
Mi sono rivolto a Patrizzi per la sua indiscutibile professionalità, convenendo sul fatto che quest'asta sarà un'opportunità per entrambi, per cui cerchiamo di informare al meglio le persone comunicando l'evento a tutti. Poi il mercato deciderà, perché ci sono molti orologi in questa collezione che da tempo non si vedono alle aste, per cui è difficile dare loro un valore. Solo le aste lo fissano.

Il mercato ora, però, è imprevedibile...
Ho comprato a prezzi di mercato, vendo a prezzi di mercato e credo che questa asta di Rolex fisserà i prezzi per i prossimi 3-4 anni. Non sono preparato a svendere, non mi interessa fare il guadagno del secolo. La mia collezione è di pregio, tutta certificata da Rolex: 114 orologi autentici, belli, patrimonio di un collezionista che li ha curati pezzo per pezzo, unici nel loro genere. Se i privati si accorgeranno che l'asta è un'opportunità, il mercato farà il prezzo. Poi, se il totale degli incassi sarà più basso di ciò che avrei guadagnato in un altro momento, pazienza. Ho raccolto i miei Rolex non per fare una collezione completa ma una con i modelli più belli mai prodotti, secondo i miei gusti e comprando solo l'eccellenza.

C'è uno dei suoi Rolex da cui si separerà con più dispiacere?
Non direi. Ne tengo uno solo, un Day Date in oro bianco e quadrante giallo: lo faccio perché amo il giallo, non per altro. Possiamo dire che è quello da cui mi sarei separato meno volentieri? No, non è questione di valore o complicazione. Tutti gli orologi che ho acquistato li ho sempre comprati perché mi piacevano, da collezionista, da appassionato.

C'è un orologio a cui è legato un episodio particolare?
Uno singolo no, c'è la storia in un acquisto in blocco di 12 Day Date con quadranti di diversi colori che ho rilevato da un collezionista: l'unica volta in cui ho comprato da un collezionista perché quella cuvette mi aveva entusiasmato. E non sono orologi facili da trovare: quando sono stati creati, negli anni '60, i quadranti colorati non erano molto ricercati.

Che cosa è per lei il tempo? Un'ossessione, un'opportunità, un amico, un nemico?
Per me il tempo è un regolatore: sono una persona molto puntuale e cerco di sfruttare il tempo secondo le regole che mi sono dato per utilizzarlo. Il tempo oggi si restringe perché le persone non ne hanno, cercano di comprimere la loro vita in poco tempo. Io dico che tutti vivono al tempo degli spot pubblicitari: se una cosa dura più di 30 secondi, già non interessa più. Da una parte apprezzo il tempo perché mi consente di fare tante cose regolandolo, dall'altra lo odio perché viene preso troppo alla leggera e non dà la possibilità di esprimere tutto il potenziale che ciascuno ha.

Oltre alle collezioni, quali le altre passioni di Davide Blei?
Sono un grande velista, amo la barca a vela, gli spazi sconfinati e non amo l'affollamento. Per questo sono da sempre anche un grande sciatore. Non amo molto i viaggi, perché vorrei stare a lungo nei posti per capire, non per vedere.

Dà più soddisfazione una bella uscita in barca o un acquisto azzeccato?
Un'uscita in barca. Vivere momenti belli è più difficile che trovare un bell'orologio.

Davide Passoni

fonte:www.luxgallery.it

domenica, febbraio 15, 2009

le ore della passione

C'è chi compra, a un estremo, un'automobile per un puro e semplice scopo utilitaristico. All'altro capo dell'Universo c'è chi vede nella propria auto un'emanazione dello spirito. L'auto possiede caratteristiche fisiche ed estetiche in sintonia con il proprio carattere, i propri valori, il proprio esclusivo modo di “sentire” la passione automobilistica. In questo contesto, l'auto in sé e per sé è solo il punto di inizio. Questa, infatti, si interiorizza, permette di sviluppare un certo “gusto” nelle cose propagandosi e diffondendosi nella quotidianità e nel sistema degli atteggiamenti e dei desideri in una moltitudine di sfaccettature, fino alle più “frivole” ma significative: abbigliamento firmato, domenica in pista, weekend “on the road”, collezionismo di libri, riviste, modellini e oggettistica di vario genere. E orologi.

L'orologio è il nostro più fido compagno nella vita di tutti i giorni. C'è chi afferma senza mezzi termini di sentirsi nudo se non ha il proprio orologio al polso. Questi complicati strumenti sono, a modo loro, come le auto: gioielli di meccanica, miti intramontabili, dotati di forme e prestazioni straordinarie, prodotti in tante versioni e nelle più appetitose e rare edizioni limitate e sui quali esiste un florido mercato (compreso quelle - ahi noi - delle repliche, sempre più simili agli originali). La misurazione del tempo e le automobili sono indissolubilmente legati tra loro: come semplice riferimento temporale negli spostamenti, come sistema di misura nelle competizioni, come espressione di una determinata filosofia di vita. Puoi sentirti un po' Paul Newman e allora il tuo orologio è (o dovrebbe essere) un Rolex Daytona. Oppure sogni la Porsche 917 alla 24 Ore di Le Mans dunque il tuo mito è il Tag Heuer Monaco reso celebre Steve McQueen. Oppure sei semplicemente convinto che al polso di un appassionato d'auto ci debba essere un segnatempo con cronografo e lunetta con scala tachimetrica ma con una grandiosa tradizione e una grande importanza storica. “Sei fatto”, allora, per il mitico Omega Speedmaster Moonwatch.

Ai lettori il compito di stabilire quale sia il migliore accoppiamento in assoluto: Rolex Daytona con Ferrari Enzo? Porsche 997 GT2 con Tag Heuer Monaco? Omega Speedmaster Moonwatch con Lamborghini Gallardo? La parola al cuore!

ROLEX DAYTONA
L'orologio dedicato a uno dei circuiti più famosi del mondo, dove hanno vinto i giganti dell'automobilismo mondiale (come dimenticare “l'1-2-3” delle Ferrari 330 P4 all'edizione '67?), dagli anni '80 è un vero fenomeno di mercato, assurto al rango di mito per collezionisti dopo un passato trascorso alquanto in sordina. Oggi arriva contingentato nelle boutique del mondo, proposto al prezzo di listino solo ai clienti speciali. Altrimenti, lo si può avere subito sborsando almeno una volta e mezza il suo costo (se risultate simpatici!).
Non si può parlare di autentico “cronografo” nell'ambito della gamma Rolex prima dell'inizio degli anni '60. Anche se mancante della caratteristica scritta sul quadrante, il modello nato nel 1961 con “referenza” (codice numerico identificativo del modello) 6238 (cassa da 38 mm di diametro movimento svizzero Valjoux 72, modificato da Rolex a creare il calibro 722, pulsanti “a pompa”) può essere considerato il primo vero Daytona.
Questa sorta di pre-Daytona è stato prodotto in numerose varianti: cassa in acciaio oppure oro e quadrante bianco o nero. E' rimasto in listino fino al '67. Dal “successivo” modello, nato nel 1963 e recante la referenza, appare per la prima volta la scritta “Cosmograph Daytona”, la scala tachimetrica sulla lunetta (la cornice attorno al quadrante) e i piccoli contatori del cronografo di colore diverso rispetto al quadrante principale. Lo stesso dicasi per la Ref. 6241, equipaggiata con lunetta di colore nero. Parallelamente, nel '65, entrava in commercio (fino al '69) la Ref. 6240, primo tentativo di proporre il Daytona con i pulsanti del cronografo “a vite”.

PAUL NEWMAN.
A partire dalla Ref. 6239, il Daytona offre, all'interno delle sue varianti, la famosa (e molto preziosa) versione Daytona Paul Newman (indossato dal compianto attore americano, sembra, peraltro, senza alcuna velleità promozionale), caratterizzato da alcune differenze con un “6239” normale: il contatore dei minuti cronografici alle ore 9 reca le cifre 15, 30, 45 e 60, al posto dei classici 20, 40 e 60. Inoltre la grafica dei piccoli quadranti è diversa rispetto al modello standard. Oltre al modello 6239, il Daytona Paul Newman è stato proposto nei modelli con referenza 6240, 6241, 6262, 6263, 6264 e 6265. La difficoltà principale relativa a questo modello consiste nell'essere estremamente difficile stabilirne l'originalità “ab origine”.
All'epoca della vendita presso i negozi, infatti, molti proprietari di Rolex Daytona (soprattutto in America) si fecero “aggiornare” il loro modello per trasformarlo in un Paul Newman. Oggi si stima che quelli veramente originali siano poche centinaia e le quotazioni, evidentemente, non hanno un limite: si può partire da 50.000 euro e sfondare comodamente i 100.000 euro alla luce di vari fattori (condizioni, revisioni, conservazione, componentistica originale ecc.).
Durante la sua evoluzione, in particolar modo all'inizio degli Anni '70, il Rolex Daytona è presente sul mercato con varie referenze, a dimostrazione di non aver ancora trovato una sua definitiva via d'espressione. Lo dimostra il fatto che due rare referenze, la n.6262 (prodotta dal 1970 al '71) e la 6264 (dal '70 al '72) possiedano ancora i pulsanti a pompa. Questi modelli, in particolare, montano un nuovo movimento: il calibro 727 con carica manuale. Lo stesso movimento è presente anche su due nuovi modelli, presentati nello stesso periodo: le ref. 6263 (lunetta in plastica nera) e 6265 (lunetta metallica). Questi rimasero in produzione fino al 1988, anno in cui fu presentato un modello completamente nuovo.

DAYTONA ZENITH.
Indicato dalla ref. 16520 è un orologio completamente nuovo: cassa da 40 mm di diametro, voluminosa protezione per la corona, e movimento meccanico a carica automatica di derivazione Zenith El Primero 3019, rinominato Calibro Rolex 4030. Sul quadrante campeggiano le altisonanti scritte “Oyster Perpetual" e "Superlative Chronometer officially certified”. Di questo modello vengono prodotte varie versioni, contraddistinte da uno specifico numero di referenza: cassa in acciaio o in oro, quadrante bianco, nero o di altri colori, bracciale in metallo o cinturino.

L'ULTIMO DAYTONA
Ma c'è tempo per un'ulteriore evoluzione, che ha creato il modello attualmente presente sul listino ufficiale: è il calibro 4130 (montato sulla Ref. 116520), nuovo movimento interamente sviluppato e prodotto da Rolex, che ora può orgogliosamente affermare di produrre autonomamente ogni parte del Daytona. Esteticamente cambia poco: sul quadrante il piccolo contatore delle ore cronografiche e quello dei secondi (precedentemente rispettivamente posizionati a ore 6 e ore 9) si sono ora cambiati di posto. Anche in questo caso le versioni sono molteplici e, ormai, riflettono il successo planetario di questo orologio, fino a raggiungere esiti che un purista non tarderebbe a definire grotteschi. Uno su tutti: il modello leopardato con il caratteristico quadrante e cinturino. Questo modello, in vendita nelle boutique Rolex a prezzi superiori ai 60.000 euro ha la cassa in oro ed è tempestato di diamanti.

TAG HEUER MONACO
Presentato nel marzo del 1969, questo storico modello provocò un vero shock negli astanti con le sue caratteristiche totalmente controcorrente rispetto all'orologeria tradizionale: cassa squadrata, quadrante blu, grande lancetta rossa dei secondi cronografici. Ancora più sensazionale il suo movimento: il calibro 11, meccanico a carica automatica, è stato il primo con cronografo dotato di micro-rotore di carica. è diventato improvvisamente un mito dopo la sua apparizione nel film Le Mans del 1970, indossato dal grande Steve McQueen.
A scatenare l'interesse di McQueen fu Jo Siffert, pilota molto famoso all'epoca, tra i primi ad essere sponsorizzato ufficialmente da una casa orologiera, la Heuer. McQueen, si racconta, fu talmente impressionato dal Monaco da volerne a tutti i costi indossarne un esemplare durante le riprese. E così avvenne. In tal modo, questo particolare modello sportivo divenne presto un cult, al pari di oggi, sogno di ogni collezionista di segnatempo sportivi d'annata.
Riproposto nel 1998 in un'edizione limitata di 5.000 esemplari, si è imposto tra il pubblico degli appassionati e come modello particolarmente trendy, acquisendo uno status ancora più significativo tra gli orologi di prestigio. La fama confermata ha permesso di creare alcune varianti piuttosto interessanti: il Monaco Sixty Nine Concept Watch (prototipo presentato al Salone Internazionale dell'Orologeria di Basilea del 2003, primo esempio al mondo di orologio meccanico “double face” con cronometro elettronico digitale al millesimo di secondo), il Monaco V4 (concept protagonista a Basilea 2004: deve il nome alla presenza di quattro “bariletti” di carica, disposti a V come in un motore a pistoni).
Nel 2006, il Monaco ha voluto recare omaggio anche al suo indossatore. In occasione di quelli che avrebbero potuto essere i 75 anni di Steve McQueen, produsse una serie limitata di 4.000 esemplari, contraddistinti dal quadrante bianco con fascia rossa e blu, richiamo ai colori della tuta di McQueen e Siffert nel film che li vide protagonisti.
Ma il mito non ha ancora finito di stupire, continuando in un rinnovamento continuo. Nel 2007 con il TAG Heuer Monaco Vintage Limited Edition, prodotto in serie limitata di 4.000 pezzi e caratterizzato, sul quadrante dal logo GULF con le bande azzurra e arancione. E' un tributo alla Porsche 917-K con i colori della famosa compagnia petrolifera, guidata da Steve McQueen durante il film Le Mans. Nel 2009, per celebrare i 40 anni dalla nascita di questo storico modello Tag-Heuer presenta una nuova collezione. Oltre al Monaco Classic Chronograph equipaggiato con il calibro 12 a carica automatica, è disponibile una serie speciale in soli 1.000 esemplari della replica originale del primo modello del '69.

OMEGA SPEEDMASTER "MOONWATCH" (Ref. 3570.50)
La saga del “primo orologio indossato sulla luna” inizia nel lontano 1957. E' in quell'anno che viene commercializzata la prima versione. Questo nuovo cronografo sportivo è frutto di uno studio meccanico iniziato ben diciassette anni prima, in piena Seconda Guerra Mondiale. Nel 1940, alla Lemania, una delle aziende orologiere svizzere più quotate al mondo, viene affidato da Omega SA il compito di creare un nuovo calibro per un cronografo con totalizzatore delle ore. Il progetto viene denominato 27 CHRO C12 (movimento di 27 cm di diametro, cronografo, indicatore delle ore cronografiche). Ribattezzato da Omega Calibro 321 (o Lemania 2310) è il primo cuore pulsante del nuovo prodotto. Claude Baillod è responsabile del design dello Speedmaster: cassa da 39 mm di diametro, lunetta (la “cornice” attorno al vetro) in acciaio, quadrante nero, lancette a guisa di freccia, contaminuti alle 3, contaore alle 12, secondi continui alle 9, secondi del cronografo al centro, lancette di grandi dimensioni, quella delle ore con “freccione”.
Nel 1960, la prima evoluzione: il diametro della cassa passa a 40 mm, la lunetta con scala tachimetrica diventa nera, le lancette passano alla configurazione Dauphine.
La NASA dice “sì”. Nel 1965 il Dipartimento spaziale americano si trova nella necessità di avere uno strumento adeguato per i suoi astronauti impegnati in missione. Inizia un processo di valutazione che vede coinvolti cinque orologi di marche differenti per sottoporli a test molto duri e probatori, in condizioni di stress tipiche di una missione spaziale: vengono scelti un Breitling, un Bulova, un Longines, un Rolex e un Omega Speedmaster. I tre finalisti che si contendono la palma di miglior segnatempo sono il cronografo di Rolex, il Longines Wittnauer e l'Omega Speedmaster (la casa svizzera, curiosamente, venne a saperlo solo nell'aprile 1966: da quel momento, il suo Speedmaster sarà ribattezzato come “Professional”).
Il Rolex si fermò nel test di umidità e in quello di elevata temperatura (le lancette si “fusero” l'una sull'altra), il Longines soffrì il distacco del vetro del quadrante (lo stesso guaio accadde con un altro esemplare). Lo stesso Speedmaster non fu brillante al 100%: nel test di decompressione guadagnò 21 minuti, nel test di accelerazione ne perse 21, oltre a vedere seriamente danneggiata l'illuminazione di indici e lancette. Nonostante questo, fu comunque considerato il migliore. Lo Speedmaster, come noto, sbarcò sulla luna nel '69 ed è questo, oggi, il suo vanto. La NASA ne fu entusiasta tanto da continuare ad utilizzarlo per tutti i suoi scopi esplorativi. Nel 1978, con la partenza del programma dello Shuttle, fu sottoposto a una nuova serie di test di robustezza (ancora più severi) assieme ad altri 30 orologi. Ne risultò, ancora una volta, il migliore di tutti.

UN NUOVO MOVIMENTO
Nel 1968, il movimento cambia. Il Calibro 321 viene ammodernato con alcuni miglioramenti per renderlo ancora più preciso e affidabile (dal sistema di smistamento delle funzioni cronografiche con “ruota a colonne” a un dispositivo “a camme”; dai ponti del movimento ad arco al ponte a trapezio, dal bilanciere a viti al bilanciere liscio…). Nasce così il Calibro 861 (o Lemania 1873), del quale negli anni sono state sviluppate alcune versioni che hanno equipaggiato una grande varietà di Edizioni Speciali dello Speedmaster Moonwatch (sicché si può parlare della “famiglia” dei calibri 861). Il Calibro 863, ad esempio, venne utilizzato per un modello “speciale” equipaggiato con un vetro anche sul lato del fondello, che permette di ammirare il movimento. Il Calibro 864 per alcune edizioni limitate prodotte negli anni 90. Il calibro 866 presenta le fasi lunari e si riferisce a un modello speciale prodotto nel 1985 in 2.000 esemplari. Nel 1996, infine, il movimento viene ulteriormente migliorato, e aggiornato in “calibro 1861” (e le sue varianti), con alcune piccole modifiche ed è quello in vendita attualmente presso i concessionari ufficiali.

LE VERSIONI SPECIALI
L'Omega Speedmater Moonwatch è stato prodotto in una vastissima gamma di edizioni limitate, la maggior parte riconoscibili per la particolare grafica dei piccoli quadranti del cronografo, le scritte sul quadrante, la forma delle lancette.
Si segnalano, tra i tanti, l'Apollo 11-30th Anniversary del 1999 (9.999 esemplari), il Moonwatch Snoopy "Eyes to the Stars" del 2003 (5.441 unità), l'edizione speciale “July 20, 1969” (con quadrante bianco e contatori neri). Nel 1985 fu prodotto lo Speedmaster Moonphase con un quadrante aggiuntivo in corrispondenza delle ore 12 e recante il datario e le fasi di luna. Di questo modello furono prodotte tre serie, limitate a 1.300, 400 e 300 esemplari rispettivamente. Bisogna quindi attendere la fine del millennio per assistere alla riproposizione di una nuova collezione Moonphase in varie versioni: quadrante bianco o argentato, quadrante “scheletrato” che lascia intravedere il movimento, cassa in oro bianco ecc.
Nel 2007, inoltre, Omega ha lanciato l'edizione speciale commemorativa dei 50 anni: il “50th Anniversary”, tirato in sole 5.957 unità. L'apoteosi per il collezionista di uno Speedmaster, tuttavia, è certamente l'edizione speciale “Gemini, Apollo, Skylab”, una valigetta (prodotta qualche anno fa in soli 40 esemplari) contenente 23 Moonwatch, uno per ognuna delle missioni compiute dalla NASA in 40 anni di operatività. Il valore di questo eccezionale prodotto supera abbondantemente 100.000 euro.

MOLTI SPEEDMASTER, UN SOLO MOONWATCH
In epoche più recenti la “saga” dello Speedmaster si è allargata a una gamma molto ampia di versioni, caratterizzate da movimenti differenti rispetto al “Moonwatch” (saldamente ancorato alle origini: cassa e bracciale in acciaio, movimento a carica manuale, funzioni di ore, minuti, secondi e cronografo), sviluppati anche il polso femminile. Queste versioni più moderne sono caratterizzate da movimento meccanico ma a carica automatica (calibro Omega) e altre funzioni: datario, giorno della settimana, movimento con particolarità del cosiddetto “scappamento coassiale”. La ref. 3570.50, però, resta saldamente ancorata alle origini.

Autore: Alvise-Marco Seno

mercoledì, gennaio 21, 2009

Cancelliamo il tempo e capiremo - LASTAMPA.it

"Ripensare cosa sia il tempo è il passo più arduo. Siamo abituati a concepire l'uniforme scorrere del tempo; questo grande fiume in cui siamo immersi e che ci trascina. Ma un vero fiume è solo una danza disordinata di milioni di molecole d'acqua; vista da lontano, la danza disordinata diventa un placido e ordinato fluire, a costante velocità. E se il tempo si scomponesse anch'esso in una danza incoerente e disordinata, quando osserviamo il reale alle scale più minute? Se la nostra idea di un Grande Tempo che fluisce non fosse che una specie di approssimazione, che ha senso solo su scale «grandi»? Se per scrivere le equazioni fondamentali che descrivono il mondo fosse necessario dimenticarsi del tutto della variabile «tempo»? In fondo, come aveva osservato Newton, non osserviamo mai direttamente il tempo: osserviamo solo posizioni di oggetti che si muovono, come le lancette degli orologi. Newton aveva ben scritto che l'esistenza del tempo è una «utilissima ipotesi» per mettere ordine nella complessità del reale. Se questa ipotesi fosse utile alle nostre scale usuali, ma non più a scale molto piccole o molto grandi? Se il tempo in realtà non esistesse? Un'idea altrettanto assurda che pensare che la Terra galleggi nello spazio."

L'enigma del tempo, La comprensione del tempo - [Agorà Magazine]

Ma a quale velocità va il suo ticchettio? E l’orologio che misura la vita di un uomo in una città sovrappopolata è identico a quello di un piccolo centro?

Qualcuno risponderà: il tempo è sempre quello, quel duplice movimento della terra di rivoluzione attorno al sole ( anno) e rotazione proprio asse (giorno).Ma, a volte capita che il tempo passi velocemente o un minuto diventi eterno; non è questo forse uno dei tanti enigmi del tempo? se così fosse non esisterebbero Chrònos e Kairòs o meglio Chrònos: il tempo cronologico esterno a noi, Kairòs: il tempo esistenziale, emozioni, eventi personali.

Noi, di rosa stupor mundi, abbiamo un vantaggio come comes, amici.

Cum ES è la radice di questa parola. ‘Vita’ (ES) ‘assieme’.

Assieme decidiamo di scrivere, assieme arriviamo ad impostare un problema-soluzione. Assieme, noi comes, arriviamo al SI’.

Davanti al caso del tempo che l’uomo affronta da sempre, abbiamo notato il caos temporale delle emozioni che fa dimenticare qualsiasi misura, perché misurare il tempo è già andar fuori della dimensione del tempo, come dice Heidegger.

“L’esserci, nella quotidianità, non è l’essere che io sono, bensì la quotidianità

dell’esserci è quell’essere che si è. E quindi l’esserci è il tempo che si è

l’uno con l’altro: il tempo del ‘Sì’. L’orologio che si ha, ogni orologio, indica

il tempo dell’essere-l’uno-con-l’altro-nel-mondo”: questo scrive Heidegger : 44 ne ‘Il concetto del tempo’ (Adelphi 2008), da una conferenza che tenne dinanzi ai teologi di Marburgo nel luglio del 1924.

In altre parole: il fatto che noi abbiamo un progetto in comune fa sì che ci siamo

ed il sì condiviso definisce il tempo dei fatti progettati assieme. Questo articolo

può nascere in un giorno, in una settimana o più. Nato, è un fatto che il direttore

farà articolo per tutta la piazza, o non farà. Il tempo degli altri sarà scorso intanto con altri ritmi.

La pubblicazione dell’articolo darà modo al lettore di farsi uno con noi. I tempi

di pubblicazione e, soprattutto, quelli di lettura, saranno plurali rispetto alla

nostra unità progettuale. Diventerà uno con noi chi vorrà rispondere, in ogni momento. Tra un giorno, un mese, un anno.

Nei millenni l’uomo si è affidato agli astri ad eventi e fenomeni periodici come le fasi lunari per costruire calendari, clessidre ad acqua/sabbia, orologi solari meridiane e gnomoni anche monumenti megalitici ancora oggi visitabili; a quei tempi il ticchettio di un orologio da tasca era ancora molto lontano figuriamoci poi la nuova natura del tempo con la teoria della relatività di Albert Einstein.

Appunto ragionando su questa teoria Heidegger ha costruito nel 1927 Essere e tempo, un pilastro del pensiero moderno che ha sviluppato Il concetto di tempo che abbiamo detto.

La teoria della relatività ci apre un nuovo enigma, dove il tempo non è più valore assoluto ma “rallenta” quanto più ci si approssima alla velocità della luce”.

La pubblicazione di Lingua fu dingua in libri di Agoramagazine apre ad una nuova comprensione linguistica del tempo?

Questo è il motivo della seconda parte del titolo: se time è TI ME, vita del ME, per tutti allora Il concetto di tempo andrebbe modificato nel titolo: Archetipo del tempo, ovvero ‘sul modello perfetto di tempo’.

martedì, gennaio 06, 2009

Telefono da polso per LG al CES - Hardware Upgrade - Il sito italiano sulla tecnologia - www.hwupgrade.it

Telefono da polso per LG al CES - Hardware Upgrade - Il sito italiano sulla tecnologia - www.hwupgrade.it

I grandi orologi sono senza tempo, ecco come sceglierli - Articolo - ilGiornale.it del 02-01-2009

Fino a non molti mesi addietro, possedere un’importante collezione di orologi, era considerato un investimento quantomeno stravagante, specie se paragonato alle rendite del mercato azionario oppure a quelle dell’edilizia. La crisi attuale ha visto però spostare l’ago della bilancia proprio a favore di settori meno usuali, come gli orologi.
La spia di questo andamento in controtendenza si è avuta nella sessione autunnale delle consuete aste orologiere di Ginevra. Il settore è apparso in ottima salute: non solo non ha subito flessioni di rilievo, ma anzi ha visto aumentare numero e consistenza dei pezzi battuti. In quattro sessioni, effettuate da Christie's, Antiquorum, Sotheby’s e dalla new entry Patrizzi & Co, sono stati venduti orologi per la cifra record si 46,5 milioni di franchi svizzeri, pari a circa 30 milioni di euro, un indiscutibile successo. Eppure, proprio le stesse case d’asta erano state le prime ad aver temuto il peggio, preparando le loro contromosse: ad esempio Christie’s e Sotheby's avevano avvisato i venditori che in generale i prezzi di riserva (è il prezzo minimo a cui un venditore è disponibile a vendere) erano stati abbassati, così come i prezzi minimi «segreti».
Il risultato migliore in assoluto è stato registrato, con 17,8 milioni di franchi svizzeri, da Christie's (recentemente entrata a far parte delle proprietà del miliardario francese François Pinault) che ha venduto l’82% dei 409 lotti presentati. Un successo che Aurel Bacs, co-direttore del dipartimento orologeria di Christie’s, ha definito «per certi versi storico. È chiaro che in futuro potranno esserci delle correzioni, ma il risultato appare reale e non frutto di speculazioni. Anzi, la crisi ha tolto di mezzo quelli che noi chiamiamo gli “easy money”, gli speculatori, lasciando il campo ai collezionisti reali, che seguono da sempre il mercato e possono offrire continuità e sostanza».
Appare chiaro quindi che il mercato orologiero non è soltanto vivo, ma soprattutto che viene visto come un vero e proprio «bene rifugio» da molti investitori sparsi ai quattro angoli della Terra. Naturalmente, ogni ragionamento economico da fare su questi beni prevede tempi molto lunghi, conoscenza del settore e una disponibilità economica importante. Gli affari infatti non si realizzano con i pezzi da poche migliaia di euro, ma esclusivamente con marchi blasonati e modelli di alto valore, scelti con cura. A questo proposito si nota, nella sostanza, una tenuta delle quotazioni dei celebri Patek Philippe, specie di quelli complicati o pluricomplicati, con i cronografi più blasonati, le celebri referenze (è il numero che designa un modello) 130 e 1463 degli anni '50 e'60, a fare da zoccolo duro per qualsiasi collezione. Importante poi registrare come le stime dei Rolex siano, da qualche anno a questa parte, in crescita esponenziale. Un vero boom, legato però ad un solo modello, il celebre Daytona, che in alcune rare versioni di quadrante, ha toccato in questi giorni anche la quotazione di scambio record di 500mila euro. Da notare, proprio per questo celebre cronografo, come l’euforia non riguardi più solamente il celeberrimo quadrante “Paul Newman”, quanto le versioni speciali, i prototipi e le varianti meno conosciute. Se poi si vuole rischiare, ma solamente un pochino, allora in cassaforte si potranno anche mettere alcuni storici Panerai, ricercati e pagati cifre costantemente in crescita, ed i Cartier più rari ed inusuali. In tutti i casi, con accortezza e pazienza, il risultato saranno delle collezioni la cui quotazione non subirà mai impennate (in positivo o in negativo) fuori dal comune, ma manterrà il suo valore nel tempo: e questo, nel momento attuale, è già molto.